Da piccoli ci insegnano che Febbraio è il mese dell’Amore:
ecco perché abbiamo deciso di raccontarvi una storia, una leggenda che attraversa secoli e che porta in se valori contemporanei e scenari magici ed eterni. Prestate attenzione e immaginatela cosi Vieste, spoglia dei suoi abiti e vestita solo dalla bellezza dei suoi racconti.
C’era una volta e c’è ancora
una città fatata dal nome divino
da pronunciare a denti stretti :
Vieste , un borgo dal profumo di zagara e salsedine,
costeggiato da mare e cielo, terra di pescatori, sirene e pirati.
Qui, fra campi di grano e ulivi secolari,
nacque una bellissima fanciulla ,
Cristalda : animo nobile, bellezza eterea e sorriso di perla.
Una creatura incantevole da far invidia a tutti, a regine e a dame, a danzatrici e ad ammalianti sirene.
Ci volle dunque poco a Cristalda per rapire il cuore di qualcuno, e quel qualcuno fu Pizzomunno: mani ruvide segnate dal mare, carnagione scura, profilo greco e occhi magnetici, cangianti e illuminati da pepite di sole sfumate d’indaco.
I due si innamorarono, nel modo piu naturale e semplice che c’è, non ci volle molto, si guardarono e sentirono di essere anime affini , infondo il vero amore quando arriva fa cosi: non chiede il permesso ma concede il permesso di essere felici in eterno.
Quando Cristalda passeggiava in riva al mare raccogliendo conchiglie per le sue collane , Pizzomunno riusciva a riconoscerla fra mille , e dal mare le correva incontro per perdersi in un suo bacio.
Era una storia d’amore perfetta, di quelle che fanno paura per quanto belle e che bisogna proteggere.
Purtroppo Pizzomunno non riuscì a proteggere Cristalda dall’invidia delle sirene che da tempo bramavano per averlo con se. Le sirene ogni giorno si perdevano negli occhi di Pizzomunno, e nonostante le lusinghe, i canti e ammalianti visioni lo tentassero, il giovane non cedette mai.
Le sirene rapirono Cristalda e la imprigionarono negli abissi, il cuore di Pizzomunno per il dolore si trasformo’ in pietra , e la sua anima smesse di volare.
Il monolite imperiale che vi accoglie oggi a Vieste, è Pizzomunno.
Lui è li fermo,
immobile con lo sguardo rivolto al mare
in attesa che Cristalda ogni cento anni torni
anche solo per un istante d’amore eterno,
amore che vince il tempo,
amore d’altri tempi.